Fabrizio Campagnacci
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OTTICA CAMPAGNACCI aderisce alla raccolta degli occhiali usati:
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Il termine emmetropia è stato coniato da Donders nel suo trattato Sulle anomalie dell'accomodazione e della refrazione degli occhi. Non implica una condizione di normalità assoluta dell’occhio, perché un occhio emmetrope potrebbe essere anormale sotto altri punti di vista oppure malato.
L'emmetropia (dal gr. ἔμμετρος/émmetros "misurato - di giusta misura" e ὅψις/óps "vista - occhio"), nell'ottica fisiologica, è la normale capacità di rifrazione dei mezzi diottrici dell'occhio normale, senza difetti (occhio emmètrope), che, in condizioni di riposo accomodativo, determinano una corretta convergenza dei raggi luminosi sulla retina e, pertanto, la formazione di immagini nitide. Tecnicamente i raggi paralleli, provenienti da un punto oggetto posto all'infinito, convergono sulla retina a formare un punto immagine, che in questo caso coincide con il fuoco principale del sistema ottico oculare.
Questa è la rifrazione normale dell'occhio, considerata tale perché pei bisogni della vita risponde meglio che nell'occhio miope, nell'occhio ipermetrope, nell'occhio astigmatico (occhi ametropi). L'occhio emmetrope è di forma pressoché sferica, con un diametro di circa 23 mm. e con un potere di rifrazione tale che gli permette di vedere bene gli oggetti lontani. Comunemente si dice che l'occhio emmetrope è disposto per distanza infinita, ossia per quei raggi paralleli provenienti dal cosiddetto punto remoto. Per semplicità, possiamo considerare a distanza infinita un oggetto posto oltre i 5 metri; questa, per l'occhio umano, è una distanza sufficientemente grande poiché i raggi dalla quale provengono possano essere considerati paralleli.
Si vuole intendere che è otticamente disposto in modo che oggetti lontani, dai cui singoli punti arrivano all'occhio raggi pressoché paralleli, possono dare immagini nette (in fuoco) sulla retina. Questo piano immaginario è detto fuoco principale del sistema. Bisogna tener presente che l'occhio emmetrope, come tutti gli occhi, può anche accomodarsi per oggetti vicini, ma questo può fare in virtù del potere d'accomodazione. La rifrazione che viene aggiunta all'occhio per questa accomodazione si chiama rifrazione dinamica mentre la rifrazione dovuta alla costituzione anatomica dell'occhio, e che entra in atto per così dire spontaneamente, si chiama rifrazione statica; da quest'ultima dipendono l'emmetropia, o le ametropie. Invecchiando, il potere d'accomodazione va sempre più diminuendo, finché diventa insufficiente. Allora l'occhio non può più vedere bene da vicino e si ha quello stato che si chiama presbiopia.
L'occhio emmetrope è quello che vede bene, ma 23 milioni di italiani accusano difetti visivi e indossano gli occhiali. E' una cifra talmente grossa da meritare qualche informazione in più sull' argomento. La vista è il senso tramite il quale percepiamo più dell'83% delle informazioni provenienti dal mondo esterno e che ci raggiungono con una velocità sette volte superiore rispetto a quelle percepite con l'udito. Questo spiega come un piccolo difetto visivo può complicare veramente la vita (nella scuola, sul lavoro, nel tempo libero). E può diventare un pericolo per la nostra e l'altrui incolumità quando, per esempio alla guida dell'auto, avremmo bisogno di tutte le nostre capacità visive e non le abbiamo.
I difetti visivi sono definiti ametropie e sono: l'ipermetropia, la miopia, l'astigmatismo e la presbiopia.
Non tutti gli autori sono d' accordo nell' inserire quest'ultimo difetto (presbiopia) tra le ametropie perché esso è provocato dall' invecchiamento, quindi è un fenomeno fisiologico.
Naturalmente un difetto visivo può essere causato da: patologie generali (ad esempio pensiamo al diabete e le sue complicazioni retiniche) da patologie dell'occhio (in questo caso prendiamo una malattia per tutte: il glaucoma, per prevenire il quale è opportuno almeno un controllo all'anno dall' oculista).
Ma ci sono altre condizioni che possono provocare difetti della visione come: lo Stress Visivo. Prendiamo due casi che lo provocano: uno è il cattivo uso del computer. Al riguardo gli americani affermano che una delle prossime epidemie di miopia potrà essere causata dall'eccessivo e scorretto uso di questo moderno strumento tecnico. L'altra causa è l'attività di lettura, scrittura e studio eseguita, anche questa in modo scorretta, per esempio troppo vicini al piano di lettura, o con poca illuminazione, il tutto per troppo tempo.