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Corpo vitreo

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Definizione e descrizione

Il corpo vitreo (detto anche umor vitreo) è una massa gelatinosa trasparente ed incolore, che riempie i 4/5 posteriori del globo oculare: per la precisione nella camera vitrea che è lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retinaCon contenuto d’acqua superiore al 98%, nella sua parte periferica, presenta un addensamento impropriamente chiamato membrana ialoidea. Con questa sua parte periferica, più densa, il corpo vitreo si pone in rapporto con la membrana limitante interna della retina, fino all’ora serrata, quindi con il corpo ciliare, con le fibre posteriori della zonula ciliare e infine con la faccia posteriore del cristallino, che viene accolta in un infossamento della sua superficie anteriore, la fossa ialoidea. Il corpo vitreo è attraversato, dall’indietro in avanti, dal canale ialoideo che, partendo dalla papilla del nervo ottico, raggiunge anteriormente il centro della fossa ialoidea.

Le sue funzioni sono principalmente:

  • di sostegno (riempe il bulbo)
  • di protezione (se compresso, il bulbo oculare torna alla sua forma originaria; ammortizza gli urti)
  • ottica (è trasparente e permette il passaggio della luce).

 Nella vita fetale il canale ialoideo è percorso dall’arteria ialoidea (ramo dell’arteria centrale della retina) che, fornendo sangue alla tonaca vascolare del cristallino (presente fino al 7° mese di vita intrauterina), esplica funzioni trofiche nei riguardi di quest’organo. Alla nascita l’arteria ialoidea si presenta di norma già atrofizzata.

Con l'avanzare dell'età il corpo vitreo va incontro a liquefazione e possono comparire delle opacità isolate o confluenti che possono provocare riduzioni della capacità visiva. Se queste opacità sono distinte e mobili vengono definite miodesopsie. Talora con l'età va incontro anche a riduzione di volume che, assieme alla liquefazione, determina trazione sulla retina - soprattutto periferica - con la comparsa di manifestazioni visive quali scintillii e luci lampeggianti. Scintillii e luci lampeggianti non sono comunque esclusivi della fisiologia/patologia del corpo vitreo in quanto si riscontrano in una moltitudine di circostanze. La riduzione di volume del corpo vitreo frequentemente determina un distacco dello stesso dalla parte posteriore del bulbo, condizione generalmente non dannosa. Anche in questo caso possono comparire punti luminosi e scintillii dovuti sia a piccoli frammenti del corpo vitreo che urtano contro la retina sia alla trazione del vitreo che siritira.

All'attenzione del medico oculista devono essere portati tutti i casi in cui sia presente:

  • un abbassamento improvviso dell'acuità visiva accompagnato a scintillii, flash e opacità migranti;
  • sensazione di vista appannata, velata, anche solo di una parte del campo visivo;
  • aumento improvviso per numero o dimensioni delle opacità migranti.

Struttura

La struttura del vitreo è estremamente complessa e non del tutto chiarita. Se è vero che i principali componenti sono due (collagene e acido ialuronico), un gran numero di altre sostanze è incaricato di mantenere la delicata organizzazione tridimensionale che è responsabile dello stato di “gel” del vitreo, necessario per la trasparenza del vitreo stesso. Le stesse o, più probabilmente, altre sostanze sono incaricate di mantenere l’aderenza dello strato più esterno del vitreo (corticale) alla superficie della retina.

Composizione

Il vitreo è costituito dal 99% di acqua (ricca di elettroliti come sodio, potassio, cloro, bicarbonato, calcio, fosfato)

Il restante 1% è dato da:

Fibre collagene tipo II e IX
Ialociti presenti nella corteccia  periferica (no disco ottico e macula) che producono acido ialuronico
Mucopolisaccaridi
Proteine come albumina e globulina
Zuccheri
Acido ascorbico

 

Caratteristiche e funzione
Peso: 4 grammi
Volume: 3.8 mL
pH: 7.5
Indice di rifrazione: 1,3349 (simile a quello dell’acqua=1,3336); trasmette il 90% dei raggi luminosi compresi tra 300 e 1400 millimicron
La trasparenza è garantita dalla disposizione delle fibre collagene: sono disposte in senso antero-posteriore e sono immerse in una matrice di acido ialuronico e proteoglicani, uno dei quali, il condroitinsolfato, mantiene le fibre collagene parallele e alla giusta distanza
Durante la vita embrionaria consente lo sviluppo e l’accrescimento del bulbo oculare
Dopo la nascita:
     - mantiene la trasparenza della cavità vitreale permettendo alla luce di arrivare alla retina (funzione diottrica)

     - attività viscoelastica da due a quattro volte superiore a quella dell’acqua con la funzione di ammortizzare gli urti del bulbo oculare

     - attività elastica che facilita gli spostamenti antero-posteriori del cristallino amplificando l’azione accomodativa del muscolo ciliare

     - forma una barriera tra le strutture anteriori e posteriori dell’occhio che hanno attività metaboliche differenti

     - funzione metabolica e di nutrimento.

Sviluppo del vitreo

La trasformazione del corpo vitreo dal suo sviluppo embrionale si può suddividere in tre fasi:

  1. 1) Vitreo primario: il tessuto mesodermico circonda la vescicola lenticolare mentre al suo interno si sviluppa una trama vascolare proveniente dall’arteria ialoide.
  2. 2) Vitreo secondario: (II mese di vita intrauterina) sostituzione della massa mesenchimale con tessuto neuroectodermicoavascolare.
  3. 3) Vitreo terziario: scomparsa dell’albero vascolare ialoideo e comparsa del canale di Cloquet (cavità virtuale otticamente vuota costituita dal vitreo definitivo).

Lo sviluppo del vitreo è legato a quello del bulbo oculare:

  • Il volume aumenta di tre volte dalla nascita all’età adulta
  • Il 70% di questo aumento si ha entro i quattro anni di età
  • La restante parte si completa nell’adolescenza trai 14 e i 18 anni. 

Il gel vitreale è circondato dalla membrana ialoidea che è in rapporto con:

  • Anteriormente: capsula posteriore del cristallino, zonula dello Zinn e corpi ciliari
  • Lateralmente e posteriormente: retina.
  • È perfettamente aderente alla retina (grazie allamembrana limitante interna) e al cristallino (tramite il legamentodi Wiegert).
  • Esistono 4 zone di stretta aderenza alla retina:
        - all’ora serrata (parte più periferica e anteriore della retina) dove troviamo un’area di circa 6 mm detta base del vitreo saldamente aderente la pars plana;

        - a livello della papilla ottica (area di Martegiani);

        - a livello foveale e parafoveale; 

        - lungo i vasi venosi e arteriosi principali.